venerdì 24 giugno 2011

Al voto, al voto!



Oggi ripropongo paro paro un mio vecchio post. Pare che la grandezza di ogni scribacchino stia nella perpetua attualità dei suoi scritti. Ora ditemi se queste riflessioni, a ben due anni di distanza, non sembrano partorite da una mente contemporanea? E non colpiscono anche voi per la vividezza dell'analisi, per la pertinenza con l'infausta realtà attuale, per la profondità degli assunti, per lo stoicismo con cui se ne affrontano le conseguenze? Io, ancora oggi, ne traggo viva emozione.



Dio e la figa

Dio e la figa. Due tematiche così apparentemente distanti e invece così intimamente correllate. Il sacro ed il profano (l’assunto in base al quale il sacro sia il Dio e il profano la figa è poi cosa tutta da verificare. Del resto ci si può inginocchiare sia dinnanzi all’Uno che all’Altra riuscendo però nel contempo a profanare il primo e a consacrarsi alla seconda).
Per ciò che mi riguarda ho attraversato momenti in cui mi sono apparse entità sconosciute e infrequentate sia l'Uno che l'Altra.
Altri momenti in cui li ho addirittura confusi in un unica entità venerabile. Altri ancora in cui ho inteso l'apparizione dell'Una come testimonianza certa dell'esistenza dell'Altro.
Come disse, con linearità piuttosto maschile, la spudorata Mae West : “ Non è il cazzo che mi annoia, ma quello che c’è intorno ”. Per cui diciamolo con franchezza, se per il genere umano Dio è il rifugio in cui trovare un senso ad un esistenza che al senso sfugge , la figa, e solo quella, per gli uomini non è altro che il tiepido anfratto da conquistare a suggello della propria realizzazione di identità (che è comunque pur sempre il raggiungimento di un senso).
L’input primordiale che vuole la sopravvivenza della specie al di sopra di ogni cosa ha marchiato la donna con l’istinto materno e l’uomo con quella sottile vocina di sottofondo che quasi cronicamente (da alcuni studi pare scansionata in un lasso temporale a frequenza di circa sette secondi) ricorda al malcapitato quale sia la sua reale funzione sulla terra e a quale obbligo oserei dire morale ha il dovere di sottoporsi: farsela dare. Ecco che allora parte quello stucchevole minuetto fatto di toraci gonfi e sensibilità simulate, di affabulazioni ammalianti e condivisioni fasulle teso esclusivamente all’agognata cessione temporanea (anche se auspicabilmente ripetibile) del bene in oggetto . Il problema è che ormai il povero ometto, totalmente posseduto da questo mantra che gli intima ossessivamente di far convergere tutto se stesso verso il raggiungimento del “bene”, quando lo ottiene, del “bene” non sa che farsene. Non nel senso della gestione e dell’utilizzo tecnico (in quello, se non altro, fa gioco la lunga ed assidua premeditazione) ma dal punto di vista, appunto, del Senso. Può una storia, un identità, un’energia vitale risolversi nell’amministrazione temporanea di un antro umidiccio e plissettato? Può un’Entità umana dotata di ratio, coscienza del proprio essere, amor proprio, orgoglio (che come dice Natoli “ è un atto di giustizia verso di Se ”) farsi inghiottire da un Gorgo oscuro per poi farsi risputare esausto d’energia e svuotato dell’Anima?
Ed ecco quindi il ritorno a Dio.
Ho deciso, faccio voto di castità. Sfuggo al gorgo e mi fiondo sull’Infinito.
Detentrici del “bene”, da oggi proseguite pure senza di me.
Buona fortuna.


(Jaenada)

8 commenti:

mistral ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
JAENADA ha detto...

Ti ho vista, sai? :)

ale ha detto...

riflettendo sulla cronologia suggerita, mi sorge una domanda quantomai indiscreta...
come ci si sente dopo due anni di castità?

mistral ha detto...

eheh.. figuraccia da psicolabile riuscita :).. rileggendo m'era sembrato d'aver scritto sciocchezze, tutto lì.. come se tra le tue righe ci fosse qualcosa d'intuito eppur sfuggente e che al mio commento sottraesse coerenza.. un 'niente da capire' al quale non riesco ad arrendermi.. alla fine che c'entri o no questo tuo post mi fa venire quella strofa che fa "ma io non lo sapevo che era una partita posso dartela vinta e tenermi la mia vita".. la canzone che c'è su adesso è bellissima..
tolgo acidità e aggiungo un sorriso :)

JAENADA ha detto...

@ale: Non ne ho la più pallida idea. Nel tempo ho maturato una certa idiosincrasia nei confronti della coerenza. Specie rispetto a quella che non riesco a sostenere.

P.S. Pur essendo una persona abbastanza riservata conservo una certa simpatia per chi pone domande indiscrete. Purchè siano per iscritto. :)

@mistral: Sarebbe lungo da spiegare ma ho una certa consuetudine con gli psicolabili. Esserlo, con me fa punteggio :)
Diciamo che questo post è un pò come il blu, sta bene su tutto, sia sul commento serio sia su quello tendente al faceto. Per cui li hai azzeccati entrambi ;)

Sulla canzone sono quantomeno d'accordo.

Un sorriso acetato.

ale ha detto...

maturare idiosincrasie è una delle mia attività più floride.
troverò qualcun'altro a cui chiedere, resto curiosa.

JAENADA ha detto...

"Trovo molto interessante la mia parte intollerante". Il refrain della canzone di Caparezza mi da aneliti di pura esaltazione. Anche se comincio a tollerare poco anche lui. :)

Qui potrai trovare materiale per aumentare a dismisura il tuo "fatturato":
http://www.youtube.com/watch?v=fspYuJsN7Ss&feature=related

ale ha detto...

bellissimo!!!! (non sopporto chi dice bellissimo così esultando)