giovedì 28 aprile 2011
Aspettando Godot
L'intrattabile amoroso
"Malgrado le difficoltà della mia vicenda, malgrado i disagi, i dubbi, le angosce, malgrado il desiderio di uscirne fuori, dentro di me non smetto di affermare l'amore come un valore. Ascolto tutti gli argomenti che i sistemi più disparati adoperano per demistificare, limitare, cancellare, in poche parole svilire l'amore, ma mi ostino: "Sì certo, lo so, però...". Attribuisco il discredito nei confronti dell'amore a una sorta di morale oscurantista, a un realismo farsa, a cui oppongo il reale del valore: a tutto "ciò che non va" nell'amore, contrappongo l'affermazione di ciò che in esso vale. Questa caparbietà è la protesta d'amore: dietro il coro delle "buone ragioni" per amare diversamente, per amare meglio, per amare senza essere innamorati, ecc., si fa udire la voce caparbia che dura un pò più a lungo: la voce dell'Intrattabile amoroso".
(Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso)
"....Ma non è questo il punto. Che stiamo a fare qui, ecco ciò che dobbiamo chiederci. Abbiamo la fortuna di saperlo. Sì, in questa immensa confusione una cosa sola è chiara: noi aspettiamo che venga Godot."
(Samuel Beckett, Aspettando Godot)
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5 commenti:
Ehy Micio,stavo per scrivere il mio post,poi ho deciso di fare una pausa con lemoncello-jaenada,e ti trovo Roland Barthes!
Adesso, evitando sciocche storie sulle coincidenze (che ormai conosciamo già) mi permetto di pubblicare il mio post e di aggiungere qualcosa rubata a te.
Mi permetto di farlo,senza chiederti il permesso.
:)
Grazie Micio (anche se mi mandi a quel paese per le libertà che mi prendo).
Le libertà sono solo quelle che ci prendiamo.
:)
Vero,e il senso di colpa ci (le) uccide.
:)
Lo hanno inventato apposta!
:)
Non aggiungo nulla.L'ultima parola è tua.
(però che meraviglia questa versione di "tutti i miei sbagli"!)
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