sabato 23 agosto 2008



A Detroit....

In america ci sono stato. Nel '56. Eravamo a Detroit, io, John Belushi e Rita Levi Montalcini (che, anche se oggi è difficile da immaginare, all'epoca era una discreta topona). Una sera John mi fa: "Frank (negli states ero conosciuto come Frank Vesuvio), mentre l'ebreuccia si depila la passera (John aveva dei modi piuttosto spicci) che ne diresti se ci andassimo a mangiare una pizza da quello stronzo del tuo compaesano sulla Quinta?". Gli dico: "ok John,però offro io". E lui: "Nessun problema Frank,prendo una 4 stagioni doppia,abbondante di mozzarella e gorgonzola"...Cazzo, non ci crederete, ma mi è costata 9 dollari solo la sua pizza (9 dollari del '56,non so se mi spiego) e io all'epoca ero anche piuttosto in bolletta, mentre lui se la passava già discretamente. Una delle comparse di "Animal House" anni dopo mi ha raccontato che si faceva dare addiruttura la percentuale sul loro lavoro. Capite? Un miliardario. Anche se devo dire che con me, a parte i suoi ripetuti attacchi di taccagneria, si è sempre comportato discretamente.
Mi ricordo una volta che io, John e Burt Lancaster andammo a farci una birra e a spiluccare qualcosa in un locale messicano sulla trentaseiesima. Burt era noto nel nostro giro per essere una checca senza ritegno, benchè la maggior parte delle americane e delle europee lo ritenesse un fustacchione da urlo. Per tutta la sera ce la menò con la retorica del sogno americano, del paese libero e del pericolo rosso e ci diede un pò di tregua solo quando,con mia somma sorpresa,abbordò una cameriera ispanica del cazzo (in america gli ispanici sono sempre: "del cazzo") che si guadagnava da vivere servendo ai tavoli e spremendo qualche commesso viaggiatore di passaggio con il portafogli pieno. Io assistevo inebetito alla scena di Burt che palpeggiava avidamente la giovincella, che tra l'altro era un gran pezzo di figliola, mentre John sembrava molto più interessato a prelevare generose cucchiaiate di chili dal piatto di Burt, approfittando del fatto che egli fosse nel frattempo in altre faccende affaccendato. Mentre cominciavo a pensare che forse le giovani americanine la sapessero più lunga di me, vidi Burt avviarsi velocemente verso il nostro tavolo e bisbigliare nervosamente: "filiamo". Non capivo cosa fosse accaduto, ma dal suo tono capì che forse era il caso di di filarsela per davvero. Il difficile fu convincere John a staccarsi dal piatto di chili a cui si era avvinghiato come una perla all'ostrica, ma con un paio di strattoni, visto che oramai era già strafatto di birra, riuscimmo a trascinarlo fuori. Dopo dieci minuti a passo sostenuto,svoltato l'angolo alle spalle di una brasserie, guardai dritto in faccia Burt e mentre John vomitava ogni cosa con gli occhi fuori dalle orbite, gli chiesi spiegazioni. Il mio sguardo dovette trapassargli anche l'anima, perchè sembrò abbandonare il suo piglio da sbruffone, e il ghigno da vincente che aveva sempre stampato in faccia scomparve per qualche minuto. Mi disse che lavorava per la Cia e per la commissione contro le attività anti-americane e che gli avevano segnalato che in quel locale sulla trentaseiesima lavorava come cameriera un travestito,fratello di un attivista del partito comunista, e che il suo compito era quello di irretirlo per strappargli qualche informazione utile. Solo che lui, parlando con la giovine, aveva capito di aver sbagliato persona, o peggio ancora locale. E dopo aver constatato "empiricamente" che non poteva trattarsi del fratello di nessuno, aveva intuito che la signorina oramai aveva tutte le intenzioni di portarselo a letto. A quel punto era stato preso dal panico e ne aveva dedotto che la cosa migliore fosse svignarsela prima che l'evolversi degli eventi lo portasse a quelle che egli definì "le estreme conseguenze". Non appena John si riavette,prese Burt per il bevero e con la sua solita, per quanto brutale, efficacia gli disse: "Brutta checca spiona del cazzo,mi hai fatto vomitare anche l'anima perchè avevi paura di doverti scopare quel pezzo di figa da paura? Questo paese deve essere messo proprio male per affidare la propria sicurezza a un deficente incapace di distinguere una troia ispanica da un frocio comunista". E così detto si avviò infuriato verso la metro. Burt altresì con la testa bassa e la coda fra le gambe salì sul primo taxi di passaggio e non lo rividi mai più. Io invece restai per ore a vagare nella notte. In fondo al mio cuore la speranza di incrociare la cameriera del locale messicano.

(Jaenada)

6 commenti:

rompina ha detto...

ma la vera domanda e'...che cavolo stava mangiando di tanto buono John in quel locale...?

e la topolona Rita ve la siete persi per strada...? ;oD

JAENADA ha detto...

Cara Rompina,John mangiava del Chili (una pastella piccante tipica della cucina messicana).Rita invece aveva trasformato la stanza d'albergo in un piccolo laboratorio dove trascorreva intere giornate a fare ricerche sulle molecole proteiche.Una sera,dopo che lei aveva rifiutato per l'ennesima volta di uscire con noi a bere qualcosa,John,una volta in strada,mi disse: "Ma che cazzo si è messa in testa l'ebreuccia,di vincere il Nobel?" :)

rompina ha detto...

cavoli...a sapere che Rita ha iniziato cosi' non avrei buttato via telescopio e piccolo chimico anni fa...e' proprio vero che chi ha il pane non ha i denti...che forse non c'entra ma mi sembrava ci stesse bene qua...

Marlene ha detto...

amici importanti ^____^

M!KA ha detto...

Uomo di mondo, ma conosci proprio tutti?!

JAENADA ha detto...

@rompina:In effetti non mi è ben chiaro qual'è il pane e di chi sono i denti,ma forse hai ragione,ci stava bene.

@marlene:chiaramente ti riferisci alla cameriera messicana :)

@m!ka:uomo di mondo?beh certo,ho fatto il militare a Cuneo.... ;)