venerdì 6 febbraio 2009




La Felicita'

Ma voi che nell'estasi dell'altro
crescete,finch'esso,vinto
vi supplica:non piu'

(R.M.Rilke)

Quando nella relazione amorosa si attinge il momento estatico si fa esperienza del proprio reciproco espandersi e insieme quella di divenire indivisa unita'. Neppure gli amanti sanno quando mai puo' giungere quest'ora e questo momento, quant'esso duri, un giorno, un mese, un anno: di questo essi hanno forse solo il presentimento. L'amore e' trasporto, ma in questo nostro spingerci al limite sentiamo la barriera del nostro limite, sentiamo di non farcela, che l'infinito non puo' essere nostro. L'estasi e' sempre penetrata da un ignoto dolore, che non e' il dolore di chi soffre, ma un dolore beato: e' lo sforzo del tendersi, l'irrompere della nostra finitudine come pena, nel momento stesso in cui ci sembra di aver guadagnato la felicita' del senza limite. Noi uomini non possiamo reggere a lungo la beatitudine; ne morremmo: nell'estasi diciamo "non più". La spinta, o sarebbe meglio dire la voglia di farsi unita', comporta lo sforzo dell'uscire da se e percio' l'incondizionata capacita' del venirsi incontro nella reciprocita' del dono. Gli amanti in questo loro reciproco offrirsi -essi infatti sono l'uno per l'altro- divengono fecondi, sperimentano una superiore ricchezza,una sovrabbondanza di grazia.
Lo stato di grazia in cui gli amanti vengono a trovarsi, e che forse nessuno di loro ha davvero deciso e di cui essi stessi non sanno neppure il perche', e' una delle condizioni umane in cui l'identificazione con l'attimo che si sta vivendo e' cosi' intensa da poter trovare in essa un presagio di eternita'. Voi amanti, dice Rilke:

.....in quel tocco avvertite
il permanere puro.


(S.Natoli,La felicita')

6 commenti:

Antonia Storace ha detto...

Non sono nella condizione per poter parlare di Amore senza vomitare rabbia e disillusione in questo momento.
Non riesco più a distinguere il vero dal finto.Non riesco a capire dov'è che finisco io e dove inizia l'illusione di me e di quello che per me vorrei.
E' un periodo così faticoso e difficile.Alle mie turbe mentali si aggiungono tutta una serie di problemi in casa,e io mi sento schiacciata.Vorrei scavare una fosse e restarci dentro fino a quando la bufera non si sarà placata.Che codarda che sono.
Vado avanti come posso.Sperando di non deludere chi mi ama.Sperando di non deludere me stessa.Ci stoprovando.Giuro.


Scusa lo sfogo Jaenada.


Un sorriso.Antonia.

Spippy ha detto...

"L'estasi e' sempre penetrata da un ignoto dolore, che non e' il dolore di chi soffre, ma un dolore beato"

E se il dolore che avverto io, proprio quando mi sembra di sfiorare il cielo con un dito, non fosse poi così tanto beato? Dici che sarebbe il caso di rivedere tutto quanto e chiedermi se davvero la mia è un'estasi degna del suo nome?
Non sapere mai, e dico mai, dove finisce la felicità e dove inizia il dolore.
In 23 anni mai.
E, soprattutto, chiedersi sempre perchè diamine quando c'è dolore si è sicuri della mancanza di gioia e quando invece si è gioiosi sentire sempre un'insoddisfazione, un'amarezza di fondo.

desaparecida ha detto...

Splendida questa pagina di Natoli che non conoscevo (ma colmo questa lacuna alla velocità della luce assolutamente).

E' vero la nostra finitezza umana si scontra con quello che ci appare infinito ad espansione....ed è emozionante (quasi stupido poi)cercare le parole per spiegare delle esplosioni che all'interno del nostro corpo pulsano per emergere fluide!

Bellissimo davvero sono incantata nel leggerlo e rileggerlo!

Un abbraccio notturno

JAENADA ha detto...

@antonia: Ricordi quella scena in cui Lello Arena,disperato per essere stato lasciato dalla ragazza,costringe Troisi a sorbirsi tutte le sue paranoie sotto una pioggia incessante?E quando Arena prende a calci una pozzanghera investendo d'acqua il malcapitato amico,ricordi come si giustifica? Gli dice"Scusami,ma mi devi sfogare".E Troisi,con aria rassegnata e bagnato "fracico",da amico comprensivo gli risponde: "Devi sfogare?'E sfuoghe". :)

Un sorriso.Jaenada.

@spippy: Io a 23 anni ero come un analfabeta nel mezzo di un convegno dell'Accademia della Crusca (non che adesso...).Gli anni e le esperienze a qualcosa servono.Nel tempo si percorrono sentieri dove estasi e dolori si esperiscono fino in fondo.Fino ai limiti umani,almeno.

@desa: Chi ha conosciuto l'amore non può non comprendere fino in fondo cosa si dica in questo brano.E trovarlo struggente e splendido allo stesso tempo.

Un abbraccio serale.

desaparecida ha detto...

no chi vive intensamente quello che "si cerca" non può non sapere fino a che punto i nostri confini li spostiamo sempre un po' più in là...quasi che poi non si arrivi ad un punto di non ritorno....
con tutto quello che ne consegue!

Un bacio a te e alla bella Clio!

Antonia Storace ha detto...

Grasssssssssssssssssssssie *_*

Io adoro tanto tanto a te :D


Un sorriso.Antonia.