mercoledì 1 aprile 2009




A Desa

Stamattina mi sono svegliato piangendo, di solito non è così, quando mi sveglio sono sempre arzillo e ben disposto, ma stamattina piangevo e piangere era l'unica consolazione da un sogno che avevo appena fatto e che non riuscivo a ricostruire nei particolari.
"Eppure / se il mattino ti svegli piangendo / non tutto è perduto..."
Non tutto è perduto, mi diceva questo verso che mi ripetei.
Prima di addormentarmi avevo appena finito di leggere Grandi speranze di Dickens. In quel romanzo una vecchia signora che ha in mano le chiavi del destino, dice alla ragazza che il giovane Pip ama:"Spezzagli il cuore!". Ed Estella, la ragazza, obbedisce senza nessuna pietà per Pip. Nel mio sogno Estella era la Vita e io ero come Pip, nella sua situazione di non amato; ma per legge di natura, e perciò non potevo aspettarmi altro...E qui tutto si confondeva, e man mano che riprendevo coscienza non restava che la mia condizione di abbandonato. "Non sei tu che mi abbandoni, sono io l'abbandonato", scriveva Kafka all'amata.
L'abbandonato è solo e inerme e spaurito, proiettato nel nulla, perchè non riesce a capire come il suo solo bene lo abbia estromesso da sè e non voglia più vederlo, non lo riconosca più, volti la faccia da un'altra parte mentre lui piange.
Nel sogno avevo fatto di Pip un mio alter ego che viveva una storia parallela alla mia? E che io compativo per non compatire me stesso? Ma allora quale era la mia storia vera e quella falsa che continuavo a raccontarmi? Fanne un mistero ma non un dramma , mi ripetevano i versi di Omar Khayyam:

C'era una porta, ma non trovai la chiave.
C'era un velo, ma non traspariva.
Brevi parole tra te e me,per breve tempo
ci furono - e poi più niente di te e di me.

(R.La Capria,L'estro quotidiano)

6 commenti:

eugenia ha detto...

XL
Prendi il mio amore, amore, àbbilo intero:
che sarà tuo, che già non possedevi?
Non sarà amore, amor, dico sincero,
perché l’amore mio tutto l’avevi.
Se per amore, amor, mi fai violenza,
allora l’amor mio ti sia strumento:
ma quell’inganno non avrà clemenza,
di chi si forza a prenderne alimento.
Ladra gentile, io t’ho perdonato
d’avermi tolto quel denaro vile:
amor sa ch’è destino più spietato
subir torto amoroso, che onta ostile.
Grazia lasciva, specchio di bellezza,
trafiggimi così: ma senza asprezza. (W. Shakespeare)

JAENADA ha detto...

Questo vuol dire schiaffeggiarmi...Io ti cito Grignani e tu mi rispondi con Shakespeare? (e che Shakespeare!).Va bene,schiaffeggiami così:ma senza asprezza. :)

desaparecida ha detto...

per me?
......

desaparecida ha detto...

ehm....ho letto e riletto (commentato e pensato e ripensato)
pure la tua poesia sotto.

JAENADA ha detto...

Quante Desa conosci? Io una sola :)

Forse non ricordi,ma questo post lo avevo già pubblicato e tu avevi commentato dicendo che proprio quella mattina anche tu ti eri svegliata piangendo.Quindi mi sembrava il post giusto per esprimere la mia vicinanza al tuo momento di "ritrosia".
Non ti aspetterai mica che le mie motivazioni possano essere di immediata comprensione,vero? :)

desaparecida ha detto...

Beh in un attimo di presunzione e di non voluta usurpazione del tuo ruolo di primadonna ho pensato che tu nn ricordassi questo particolare.

Leggendoti...mi è uscita spontanea l'esclamazione:
"per me?".

Ma il motivo per cui avevo chiaro quell'episodio è che ho copiato il tuo post in un foglio word...e l'ho riletto molto spesso....quindi guarda un po' che coincidenza nella coincidenza....





(ho scritto tante parole...per nascondere l'emozione e l'imbarazzo per la tua dedica....

se ti scrivo che "ti abbraccio forte"ti arriva che non è una frasetta pro-forma ma un'emozione?)