sabato 22 dicembre 2007

E' difficile spiegare a chi non si emoziona con il gioco del pallone che cosa ha rappresentato Diego Armando Maradona per chi,come me,lo ha amato,ammirato,capito.Maradona e' stato un personaggio unico,nel bene e nel male.La simbiosi devastante e sublimata,con la citta' di Napoli era scritta nelle cose;solo una citta' "esagerata" in tutte le sue manifestazioni,nei sentimanti e nelle contraddizioni come quella partenopea poteva trovare in Maradona lo specchio attraverso cui riflettere la metafora del suo splendore e della sua tragedia.

Ora il campione e' grasso,drogato,indolente,mai domo pero',attaccato alla vita con tutto se stesso.E' sregolato,refrattario a ogni autorita' ma conserva l'animo del pezzente e spesso e' una qualita') anche quando e' pieno di soldi.Molte tra le emozioni piu' violente della mia vita me le ha date lui,con i suoi gol,con la sua genialita' in campo,con la sua maglia azzurra.

Lo so che qualcno storcera' il naso pensando alla stupidita' di chi si emoziona per un uomo (per quell'uomo poi) che prende a calci una palla,ma forse sono gli stessi che quando vanno a Napoli guardano solo il traffico e la "monnezza" e non si accorgono di quant imprevedibile genialita',di quanta vitalita' ci sia ad ogni angolo di strada.Anche se,come succede per ogni vita vissuta al di sopra delle righe,cosi' facendo si rischia in ogni momento il suicidio.

(Lettera pubblicata su Repubblica del 9 Maggio 2004)

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