martedì 1 febbraio 2011

Ma mi faccia il piacere!




Una signora, l'altro giorno al bar: "Un cappuccio chiaro, tiepido, con caffè d'orzo e zucchero di canna, in tazza grande!".
Quando ero ragazzino (stavo per dire giovane), al bar si ordinava "nu latte 'e cafè" e non rientrava nella disponibilità del cliente decidere in merito a quantità, composizione, temperatura e recipiente. Se qualcuno avesse avanzato una simile richiesta sarebbe stato, nella migliore delle ipotesi e dopo opportuna contenzione , tratto in gran fretta presso la più vicina clinica psichiatrica. Era un mondo semplice quello e senza troppe "pippe mentali". La decadenza di una società secondo me, si vede anche da queste piccole cose. Ce lo vedete un nordafricano appena sbarcato a Lampedusa, una ragazza albanese buttata nottetempo sulla strada o un lavorante full time cinese, emerso da un laboratorio sotterraneo dopo 14 ore di fatica, ordinare "un cappuccio chiaro, tiepido, con caffè d'orzo e zucchero di canna, in tazza grande"? Ma non è solo una questione di opulenza, di falsi appettiti che soppiantano quelli veri, di passioni perverse per il superfluo, dell'eccedenza come stile imprescindibile di vita. O, come si direbbe dalle mie parti con una efficacissima espressione, non tutto si spiega semplicemente con il fatto che "o' grasso è arrivato ò core". C'è una perdita ancora più grave dello smarrimento del senso della misura. Ed è la perdita del pudore.
Temo che il passo successivo, appena prima che gli Unni o i Visigoti valichino le Alpi o traversino il Mediterraneo, sarà "un cappuccio chiaro, tiepido, con caffè d'orzo e zucchero di canna, in tazza grande, servito su un vassoio d'avorio da un barman brizzolato, orfano di madre, con l'alluce valgo e iscritto alla Uil (cosa che tra l'altro gli garantirà un veloce adeguamento alle condizioni lavorative del cinese di cui sopra).

(Jaenada)

9 commenti:

Ross ha detto...

Il ragionamento per me sarebbe stato valido anche se la signora in questione avesse chiesto solamente un "cappuccio".
Ma cappuccio de che? Il tappo di una biro? Il cappuccio di pelliccia degli inuit? Un cappuccio cervicale? Un cavolo cappuccio? Un preservativo?
CAPPUCCINO, cristosanto!

JAENADA ha detto...

Considerati i tempi, penso si riferisse a un cappuccio da massone.

http://www.youtube.com/watch?v=qtP3FWRo6Ow&feature=player_embedded

piccola stella ha detto...

eh com'è brutto accorgersi che i tempi sono cambiati:(

Anonimo ha detto...

perche' non ragioni invece di imprecare?

tutto il progresso umano e' racchiuso in quell'orzo tiepido...

pensa a riportare lo stesso discorso sul sesso....

JAENADA ha detto...

Gentile anonimo (e ce ne sarebbe abbastanza per fermarsi qui) ho provato a ragionare, cosa che come hai prontamente arguito non mi è familiare, e ho riflettuto sul fatto che ciò che elevi a elemento racchiudente del progresso umano è coltivato dall'uomo da 12.000 anni. E ne ho dedotto che come contraccettivo l'ultimo ritrovato a cui ricorri è il metodo Ogino-Knaus.

Anonimo ha detto...

il tuo ragionamento non e' dei migliori. ma sono io che mi sono espresso male: e' nella ricerca di sempre maggiori sottigliezze e affinamento dei gusti che si fonda il progresso dell'uomo.

adesso puoi pensare al sesso e fare la comparazione necessaria. suvvia un'ultimo sforzo.

ps: scusa ma non sei anonimo anche tu?

JAENADA ha detto...

No, io non sono "anonimo". Mi perdonerai, ma non ho intenzione di sforzarmi per spiegarti il perchè.

Anonimo ha detto...

vedo che invece di rispondere nel merito ci tieni a sottolineare di non essere anonimo.

tu per me rimani anonimo, a meno che il tuo nome non sia jaenada. non ho certo voglia di fare ricerche per capire chi sei, visto che la cosa non mi interessa. giudico da quello che scrivi e mi basta.

JAENADA ha detto...

Bene, vedo che alla fine, sia pure, con ogni probabilità, inconsapevolmente, ci sei arrivato.

A proposito di sottigliezze, potresti avere il gusto di usare le maiuscole dopo i punti, così come previsto dalla grammatica italiana? Sai, sono un uomo piuttosto progredito, io.