venerdì 6 agosto 2010

Il simil napoletano





Pubblico qui di seguito copia della lettera appena inviata al Direttore della "Gazzetta di Modena". Se dovesse giungere una risposta ne darò conto.

Egregio Direttore, le scrivo in merito all'articolo apparso sul suo giornale in data 06/08/10 riguardante l'arresto dei componenti di una "banda" accusati di aver tentato una rapina alla gioielleria di via de' Polli a Modena e in cui un suo cronista definisce quello che egli chiama "il basista" della banda come, testuali parole: "un simil napoletano". Ora, ciò che non mi è chiaro, per quanto mi sia sforzato di comprendere, è quale caratteristica debba avere una persona per essere definita: "simil napoletano"? Perchè se con tale definizione si intende un soggetto nato a Napoli ma residente altrove, allora mi sento di rassicurarla sul fatto che nè io nè nessun altro nella mia condizione di persona nata e cresciuta a Napoli e poi trasferitasi altrove si definirebbe mai, volendosi proprio dare una connotazione geografica, in altro modo che non sia quello di napoletano e basta. Del resto delle due l'una, o si è napoletani (o modenesi, catanesi, novaresi....) o non lo si è. (A domostrazione di ciò, infatti, il suo cronista si guarda bene dal definire quello che è il vero basista della "banda" e cioè il cognato del gioielliere rapinato, abitante nello stesso stabile della vittima (più basista di così si muore) e arrestato anch'esso, come un "simil spezzino" solo perchè egli è nato a La Spezia).
Se invece per "simil napoletano" si intende persona che frequenta, "bazzica", si accompagna a napoletani, posso dirle, a semplice titolo di esempio, che io ho amici argentini e albanesi che frequento abitualmente, ma troverei quantomeno inappropriato essere definito per questo "simil argentino" o "simil albanese". Se però per "simil napoletano", e lo dico solo al fine di esperire ogni possibile ipotesi, si volesse intendere semplicemente una persona dedita all'attività di rapinatore in quanto tale o che ne condivide comunque la pratica, beh allora sono disposto a far avere al suo cronista copia del mio casellario giudiziario da cui si evince chiaramente la mia qualifica di incensurato (oltre che, scusate l'ossimoro,di napoletano...), circostanza che di certo non potrà affermarsi per i componenti tutti della banda (ovunque siano nati) e che quindi esclude automaticamente me dall'essere considerato un loro "simile" e di conseguenza esclude loro dall'essere considerarati "simili" miei.
In attesa di un suo cortese chiarimento l'occasione mi è gradita per inviarle un cordiale saluto.

5 commenti:

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

Lettera perfetta. Sono proprio curiosa di vedere se e cosa ti risponderanno.

desaparecida ha detto...

A me piacciono i napoletani puri,quelli simil...evidentemente saranno simil:
arguti
allegri
intelligenti
calorosi
colorati
vitali
creativi
ruffiani
...no i simil non mi piacciono
(e nemmeno i cognati-bastardi)



Ma io non sono brava a scrivere,tu perfetto come sempre,in piedi sulle tue zampette! :)

Ross ha detto...

Le parole sono armi micidiali: a forza di ripeterle lasciano passare concetti e abituano a idee in modo anche molto sottile, quasi a livello subliminale. E' proprio a partire dal monitoraggio e dalla correzione delle più piccole espressioni del lessico quotidiano che si combattono stupidità e pregiudizi e si veicolano i messaggi giusti.
E bravo Jae.

JAENADA ha detto...

@Jane: Grazie, Jane. Per ora tutto tace.

@Desa: Ho intinto i polpastrelli nei maccheroni alla siciliana ;)

@Ross: E' esattamente quello che ho pensato quando ho avuto il dubbio se valesse la pena o meno di mettermi a scrivere. :)

skeggia di vento ha detto...

così i napoletani sono rapinatori, i siciliani sono mafiosi... ecc ecc... ma i cronisti non dovrebbero attenersi ai fatti e non esporre le propie idee, soprattutto quando sono pregiudizi di basso fondo?