mercoledì 22 aprile 2009




La mia vita in un attimo


Avevo 16 anni, credo. Ricordo un pomeriggio ventoso, di una primavera inoltrata, bruciacchiato dal caldo sole del sud. Dal balcone della casa di mia nonna guardavo il vento smuovere poderosamente le lenzuola stese ai balconi dei palazzi vicino. Tutto ciò prima che un’immagine è un odore, una sensazione. In quel vento e in quel sole c’è la mia vita, la mia identità, la mia inquietudine. In quel vento e in quel sole c’è l’insensatezza dell’essere e il suo vitale dimenarsi.
Oggi non sono nulla di diverso da ciò che ero in quel preciso momento.
Le esperienze, gli anni che passano, le speranze deluse, le gioie ricevute sono una crosta dal sapore agrodolce che si è cristallizzata sulla mia anima e che mi impedisce alla vista qualcosa di altrimenti evidente. Oggi non sono nulla di diverso da ciò che ero in quel preciso momento.
Come disse una volta Adriano Sofri: “I decenni volano, sono certi pomeriggi che non passano mai”. Ebbene, quel pomeriggio di tanti anni fa non è ancora passato.

(Jaenada)

9 commenti:

gaz ha detto...

Non era il sole del sud, ma il silenzio afoso della campagna veneta, quel senso di inquietudine è rimasto da allora uguale, ricerca continua, continuo smarrire e ritrovare!

Ciao Jeanada, un abbraccio

maria rosaria ha detto...

dentro, no, non si cambia. restano delle lucine, magari lontane, magari ad intermittenza, ma sono lì, vigili.
è bellissimo questo post.
bacio

Antonia Storace ha detto...

Pelle d'oca.

Ci sono silenzi,colori,suoni,sapori che restano lì,inchiodati dentro,fermi nello stesso punto,rannicchiati,accucciati,eppure sempre vigili,attenti,guardinghi ... e ti prendono così,all'improvviso,senza preavviso alcuno.
Sono le traccie dei sentieri percorsi,delle scelte compiute,o incompiute.Il riflesso di ciò che siamo stati,che siamo ... che saremo.


Un sorriso.Antonia.

Anonimo ha detto...

Vorrei tanto poter essere ancora la ragazzina che guardava fuori dalla finestra quando alzava la testa dai libri, ora la finestra è la stessa, dopo che cinque anni altrove me l'avevano fatta quasi dimenticare, ma io no. Non credo. Per me quei pomeriggi son passati davvero.(Bella Jae, davvero)*bianca*

marlene ha detto...

i ricordi sono la casa in cui posso tornare per poter essere di nuovo me stessa o meglio: per non dimenticare chi sono davvero. grazie j. per questa splendida visione. un abbraccio marlene

la signora in rosso ha detto...

le radici, sono le nostre radici, il posto da cui veniamo e che i ricordi ci fanno tornare, siamo sempre lì anche se abitiamo altrove...Buona serata

Anonimo ha detto...

io sono ancora ferma alle sei di mattina di un giorno di luglio di 4 anni fa...

JAENADA ha detto...

Grazie per la condivisione e per l'apprezzamento a Gaz,Maria Rosaria,Antonia,Bianca,Marlene,Signora in rosso e Alfie.Non ho nulla da aggiungere alle mie e alle vostre parole.Baci.

desa ha detto...

ho almeno 2 mattine ed un pomeriggio che ancora mi fanno da metronomo