mercoledì 12 novembre 2008




"Se ti sei innamorato una volta,sai ormai distinguere la vita da ciò che è supporto biologico e sentimentalismo,sai ormai distinguere la vita dalla sopravvivenza.Sai che la sopravvivenza significa vita senza senso e responsabilita',una morte strisciante:mangi il pane e non ti tieni in piedi,bevi acqua e non ti disseti,tocchi le cose e non le senti al tatto,annusi il fiore e il suo profumo non arriva alla tua anima.Se però l'amato è accanto a te,tutto, improvvisamente, risorge, e la vita ti inonda con tale forza che ritieni il vaso di argilla della tua esistenza incapace a sostenerla.Tale piena della vita e' l'eros.Non parlo di sentimentalismi e di slanci mistici,ma della vita,che solo allora diventa reale e tangibile,come se fossero cadute squame dai tuoi occhi e tutto,attorno a te,si manifestasse per la prima volta,ogni suono venisse udito per la prima volta,e il tatto fremesse di gioia alla prima percezione delle cose.Tale eros non è privilegio nè dei virtuosi nè dei saggi,è offerto a tutti,con pari possibilità.Ed è la sola pregustazione del Regno,il solo reale superamento della morte.Perchè solo se esci dal tuo Io,sia pure per gli occhi belli di una zingara,sai cosa domandi a Dio e perchè corri dietro di Lui."
(C.Yannaras,Variazioni sul Cantico dei cantici)

9 commenti:

Spippy ha detto...

Il mio pensiero si sofferma sul Cantico dei Cantici, una delle opere più belle e più dense d'amore di sempre. Che quando si parla d'amore, non si deve per forza pensare solo a Dante e Beatrice, a Romeo e Giulietta, a Milton e a Fulvia. Io questo l'ho capito quando sono stata in gita ad Assisi. E si sa, quando si è in gita scolastica, quando si hanno 15 anni e tanti grilli per la testa, non immagineresti mai ti possano capitare cose di un certo spessore. Io me ne stavo là, davanti alla tomba di S.Francesco e m'è preso qualcosa nell'anima, qualcosa che tante volte ho cercato di spiegare e raccontare ma mi son sempre rimaste le parole a metà. E' come se avessi sentito, o perlomeno assaporato, la sua infinità semplicità, il suo incommensurabile amore per tutto quanto sta sulla terra, dal più lineare filo d'erba al più enigmatico sguardo felino. Se qualcosa lassù nel cielo esiste e se ne sta appollaiato sulle nuvole a guardare noi poveri omuncoli, se qualcosa lassù davvero ha creato tutto questo..forse in quel momento sono andata davvero vicina a sentirlo.

JAENADA ha detto...

Sulle colline di Cortona c'è l'eremo di San Francesco.All'ingresso del vialetto che vi conduce c'è un cartello con scritto:Se stai in silenzio qui puoi sentire la voce di Dio.In questo luogo ho provato qualcosa di simile a ciò che racconti tu,anche se io credo che la sensazione che ho avvertito non fosse esattamente quella derivata dall'ascoltare la voce del Signore,ma molto più semplicemente,o più complessamente,l'ascolto di una voce dentro di me che solitamente non percepisco.Una sensazione di fusione con il circostante,di pace interiore affacciata sulla soglia dell'infinito,che il luogo evidentemente ha contribuito a stimolare.

E pensare che il parroco del mio paese di origine non legge mai durante le celebrazioni dei matrimoni il Cantico dei Cantici,perchè,dice lui,è un canto erotico.Evidentemente considera l'antico testamento frutto solo a sprazzi della parola di Dio.Evidentemente la sessuofobia per certi uomini di Chiesa è più forte della fede.

Faby ha detto...

Anche su questa poesia si potrebbero commentare pagine e pagine di blog ma cerco di sintetizzare il mio pensiero con questo aforisma:
"Amare non vuol dire impossessarsi di un altro per arricchire se stesso, bensì donarsi a un altro per arricchirlo".
(Michel Quoist)

JAENADA ha detto...

La gratuità in effetti dovrebbe essere un elemento fondante dell'amore.Ma spesso confondiamo il nostro bisogno di possesso,di affermazione,di condivisione,di fuoriuscita da noi stessi con un sentimento che invece dovrebbe basarsi innanzitutto sul rispetto dell'alterità.Come dice Rochefoucauld (chi di aforisma ferisce di aforisma perisce :)):La cosa più difficile da trovare nei legami amorosi è l'amore.

Credi ci sia una relazione tra il tuo aforisma e il fatto che le mie ex siano tutte benestanti mentre invece io non ho il becco di un quattrino? :)))

desaparecida ha detto...

ho letto questo tuo post 2 volte.
E mi sento davvero estasiata da qsta pagina che nn conoscevo.
(certo che io nn sia un'aquila...è risaputo!).
Credo che l'amare una persona significhi "marla per quello che è"indipendentemente da noi.
Arrivare a questo è un grande dono d'amore v erso noi stessi.

Mi rendo conto che il mio commento è banale rispetto alla profondità del "sentire" dei vostri commenti,è che è l'unica cosa che mi risuona dentro in mezzo a tutto il resto,una piccolissima cosa,un breve pensiero che per me è una forma di rispetto verso la vita.

un abbraccio di buona giornata!

JAENADA ha detto...

Banale dici? Sappi allora che le tue banalità sono in buona compagnia.Lo stesso concetto,grossomodo,lo espresse illo tompore,nella sua definizione di amore,anche S.Agostino :"Volo ut sis".Voglio che tu sia ciò che sei.

Baci :)

Spippy ha detto...

Sono al computer che scrivo la tesi. Il tuo blog aperto in modo da lasciar scorrere le tue canzoni.. così le tue belle note mi tengono compagnia in questa buia e fredda mattina d'autunno.

Un bacio.

JAENADA ha detto...

Come disse una volta Troisi:Ho scritto un film per le musiche di Pino Daniele....Quando mi chiederanno cosa ho fatto nella vita potrò orgogliosamente affermare:Ho composto la colonna sonora della tesi di Spippy!
A me Morricone me fa nà pippa.... :))

Mille baci

Anonimo ha detto...

non avevo mai letto queto testo... grazie per avermi acculturito un pò..