lunedì 9 febbraio 2009




I depositari

E' una sofferenza della mia vita, che si affatica nella ricerca della verità, il constatare che la discussione con i teologi si arresta sempre nei punti più decisivi, perchè essi tacciono, enunciano qualche proposizione incomprensibile, parlano d'altro, affermano qualcosa di incondizionato, discorrono amichevolmente senza avere realmente presente ciò che prima s'era detto, e alla fine non mostrano alcun autentico interesse per la discussione. Da una parte, infatti, si sentono sicuri, terribilmente sicuri nella loro verità, dall'altra pare loro che non valga la pena prendersi cura di noi, uomini duri di cuore. Ma un vero dialogo richiede che si ascolti e si risponda realmente, non tollera che si taccia o si eviti la questione, e soprattutto esige che ogni proposizione fideistica, in quanto enunciata nel linguaggio umano, in quanto rivolta a oggetti e appartenente al mondo, possa essere messa di nuovo in questione, non solo esteriormente e a parole, ma dal profondo di noi stessi. Chi si trova nel possesso definitivo della verità non può più parlare veramente con un altro, perchè interrompe la comunicazione autentica a favore del proprio contenuto di fede.
(K.Jaspers,La fede filosofica)

8 commenti:

Antonia Storace ha detto...

Come dire che chi crede di avere la verità in tasca,e che null'altro esista al di fuori di quella,non è disposto a mettersi in gioco,ad aprirsi agli altri,ad entrare negli altri,a vedere sfumature di colore tra gli estremi.

Un sorriso.Antonia.

desaparecida ha detto...

Parlare di fede mi viene sempre difficile,in questo periodo più altri.

La fede è solo identificata come una conoscenza superiore data all’uomo da una rivelazione divina,è quasi uno strumento per difendere la “verità”….difenderla da tutto ciò che è inferiore ad essa,difenderla come fine e mezzo supremo.

Questa verità che somiglia più a sopraffazione,mi schiaccia in questi giorni.

Forse la fede bisognerebbe consegnarla all’UOMO .
Ricondurlo ad uno stato di coscienza della propria condizione di essere umano.
Quasi come una fede terrena,una consapevolezza…(un desiderio-consapevolezza) di ricerca QUI della verità,che non sia mai nulla di statico e di ultra terreno.

PS=hai tolto P.Newman…ed ora guardare il signor Englaro e leggere la didascalia mi fa star male… (è una sensazione non una critica,davvero) :)

JAENADA ha detto...

@antonia: Come dire.

Un sorriso.Jaenada.

@desa: Parlare di fede più che difficile è forse impossibile.Come dice Dostoevskij ne "L'idiota" (cito a memoria):" L'essenza del sentimento religioso è indipendente da qualunque ragionamento.Se si parla di fede inevitabilmente si finisce per parlare d'altro".La fede o ce l'hai o non ce l'hai.Io non ce l'ho.Per dirla con Kant,ho due sole certezze:"Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me".E' troppo chiedere che lo Stato,il mio Stato,garantisca pari dignità alla mia morale,a quella di ogni singolo cittadino e a quella di santa romana chiesa?Quando lo Stato assume come propria una morale religiosa e la impone ai propri cittadini compie un atto di violenza che giudico intollerabile.

PS: La foto l'ho messa solo perchè fosse chiaro a chi si riferisce quella frase,per la quale non trovo aggettivi.

Lara ha detto...

Infatti già la foto è piuttosto "paurosa", esprime VIOLENZA e le maschere sono velatamente spietate.
Di Jaspers ricordo questa frase, a memoria. "... E' necessario che vi sia una decisione. O sono io a decidere, e allora ho la mia esistenza. O viene deciso per me, e allora io, ridotto semplicemente a un materiale nelle mani di un altro, sono privo di esistenza. ..."
Caro Jaenada, a me sembra che, in questo senso almeno, cerchino di togliere l'esistenza a tutti noi.
Grazie per i tuoi post sempre molto intensi e profondi.
Buona serata :)

Spippy ha detto...

"..ogni proposizione fideistica, in quanto enunciata nel linguaggio umano, in quanto rivolta a oggetti e appartenente al mondo, possa essere messa di nuovo in questione, non solo esteriormente e a parole, ma dal profondo di noi stessi."

Mio caro Jaenada, così mi fai preoccupare seriamente. Ma lo sai, mio grande amico, che citare frasi di questo tenore equivale, nella nostra egregia società d'oggi, praticamente a bestemmiare? Non per mettere allarmismo, ma rischi davvero di essere censurato e di veder sparire il tuo blog tra le maglie della rete.

Sia chiaro che con rete non intendo solo il web, ma in generale questa enorme e asfissiante e opprimente e schiacchiante ragnatela di pregiudizi, convinzioni fideistiche (appunto), frasi fatte e ipocrisie nella quale qualcuno tenta in tutti i modi di convincerci che si può vivere, sperando invece di manovrarci come mosche in trappola.

JAENADA ha detto...

@lara: grazie a Te per i tuoi commenti sempre acuti e appropriati.Come questo.
Buona serata anche a Te :)

@spippy: Il mio timore,mia grande amica,è proprio che la rete sia uno dei prossimi "scalpi" da conquistare.Uno spazio di libertà dove potersi esprimere liberamente deve risultare molto indigesto a questi oscurantisti al potere,dai quali mi aspetto di tutto.
Per ogni evenienza,segnati la mia mail.Potrebbe tornare utile. :)

Ross ha detto...

"Io non capisco come si possa non essere d'accordo con noi*".

*Leggi: "me".
E' un plurale maiestatis al quale nessuno crede più, ormai.


8 febbraio 2009, Silvio Berlusconi durante l'inaugurazione del passante di Mestre, parlando (per niente fuori luogo) della sua volontà di fare di tutto per sospendere la "procedura per Eluana".

Non è un teologo. E' molto peggio.

gaz ha detto...

Scusatemi, ma non riesco più a scrivere, a pensare.
Sono talmente arrabbiata, infuriata,
e la mia produzione di bile è aumentata considerevolmente...
Guardo la foto di Englaro e sto male